@TeatroArciliuto dal 22 al 27 novembre 2016: SPECTROPHOBIA
Dal 22 al 27 novembre 2016, al Teatro Arciliuto in Roma, lo spettacolo teatrale SPECTROPHOBIA di Ed Tyler con: Lorenzo Colarusso, Luna Deferrari, Giulia Rossini e Paolo Tommasi.
Voce fuori campo, Edoardo Camilletti
Regia, Paolo Tommasi
Aiuto regia, Ivana Jakovljevic
Disegno luci, Paolo Macioci
Novembre, date e orari:
martedì 22 (ore 21.15), mercoledì 23 (ore 21.15), giovedì 24 (ore 21.15), venerdì 25 (ore 21.15), sabato 26 (ore 21.15), domenica 27 (pomeridiana ore 18:00)
Spectrophobia racconta la paura delle ombre, degli spettri che assalgono i protagonisti senza dar loro mai tregua, nemmeno in una notte etilica passata in compagnia, a tentare di conoscersi e di ri-conoscersi l’uno nell’altro…
“Morlupo Città della Poesia 2016” il 26 e 27 novembre: Poesia – Traduzione – Editoria
Due giorni per una visione del lavoro culturale ulteriore, specifica e indispensabile alla pluralità e all’approfondimento che la nostra contemporaneità richiede per essere compresa a pieno.
Le due giornate del 26 e del 27 novembre che Morlupo Città della Poesia 2016 dedica a poesia, traduzione e editoria in collaborazione con STRADE-SLC Sezione Traduttori Editoriali sono un’occasione particolarmente significativa per l’Associazione Culturale Libellula, perché costituiscono una tappa fondamentale, di un percorso di senso condiviso, iniziato ormai da diversi mesi.
Dal mese di maggio 2016 nell’ambito del progetto Morlupo Città della Poesia, infatti, si sono alternati una serie di eventi pubblici con i quali abbiamo voluto accendere i riflettori sugli aspetti meno frequentati della scrittura e della produzione culturale, attraverso libri letti e discussi, gli ospiti e i lettori del nostro circolo.
Le Lune_dì Stefano Torossi, il Cavalier Serpente: “IL VIRTUOSISMO DELLA FETTINA”
I marmi romani: la loro scomparsa, il recupero e la riutilizzazione.
Quelli di noi che erano bambini durante la guerra, si ricorderanno di quando il cibo era sempre più scarso, di quando la fettina di salame da mettere nel panino si faceva ogni giorno più sottile fino a diventare una velina, grazie al virtuosismo delle mamme che riuscivano a dare la merenda a quattro fratellini con quello che prima bastava sì e no per uno.
Lo stesso è accaduto nei secoli bui fino al rinascimento e al barocco, solo che non si trattava di salame, ma di marmo.
Il marmo colorato, bello, raro, che durante l’impero affluiva a Roma in quantità strabilianti: pilastri potenti, colonne monolitiche, architravi massicci, e poi, un po’ sepolto, un po’ bruciato per fare calce, un po’ usato come riempitivo per le fondamenta di palazzi e catapecchie o semplicemente vandalizzato, era diventato sempre più difficile da trovare, proprio come il salame degli anni di guerra.