Letturando “Dentro l’abisso luccica la storia” di Antonella Pizzo
Antonella Pizzo – Dentro l’abisso luccica la storia – Edizioni L’Arcolaio
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quando tornerete non mi farò trovare
girerete a vuoto per le stanze
non ci sarò nei versi
mi sarò persa nelle frasi fatte
frullata dentro un bit maligno
un ologramma, un linguaggio morto
Sono soltanto alcuni dei versi che continuano a risuonarmi dentro con la loro forza e la loro attualità e in qualche modo illuminanti sul senso della poesia di Antonella Pizzo.
In effetti tutti i suoi testi sono di quel genere che non può leggersi senza subire un profondo coinvolgimento, un addensarsi di emozioni, dal sorriso amaro al pianto.
Poesia moderna, nei contenuti e nella forma, ma direi antica nel suo viaggiare attraverso le irrisolte domande dell’umanità, il perché la gioia dell’esistere possa all’improvviso diventare lo sgomento della morte. La perdita accomuna gli esseri umani, li lascia attoniti nel ricordo di chi ci camminava a fianco, del suo profumo e calore, per restituirci la macabra visione di quel che resta.
La presenza di questo aspetto devastante che mai più riporterà quel sorriso, è quasi schianto
“…la cosa più viva che c’era quel giorno era un garofano
mezzo agonizzante che galleggiava sull’acqua…
… ma tu ora sei tranquilla
di tutto ciò che accade intorno non ti curi”
L’ironia accompagna con eleganza lessicale perfino dove il dolore mostra l’acuminata ferita, insanabile, eppure capace di trasformare gli interrogativi dell’anima in una residua speranza di futuro chiarimento.
“L’eterno conta le vittorie con numero appositamente creato
un limite che ha stabilito prima di un prima mai esistito
Nei versi di Antonella, la vita è sempre, nello scorrere delle ore e del pensiero, e quell’Oltre è già il presente.
Infatti la presenza amata è nel ricordo di in un vestito che l’avvolse e che, nell’evanescenza che la evoca, è immagine:
“sei diventata trasparente a tutto
però le tue foto sono belle
la mia preferita è quella dove si vedono due ali d’uccello
poggiate sopra una lastra di marmo”
Tuttavia c’è ancora posto per la gioia, per recare una lampada accesa “che nessun vento spegnerà e nessuna pioggia” nel percorso che condurrà sì al traguardo, ma che già nel dipanarsi della strada offre bellezza struggente:
“qualcosa troveremo
sotto un sasso nella foglia nelle rive nei mari
nelle colline vieni nel cielo
ci saranno i segni che non si può sbagliare
gli astri ci circonderanno e fiumi di gioia scorreranno
mai uomo vide mai uomo immaginò cosa e dove
come si può essere lì dove la gioia è”
Così intensa la forza che permea la poesia di Antonella che ho preferito lasciare a lei la parola. I suoi versi sovrastano ogni mio ulteriore dire, cosicché vi consiglio di leggerlo, questo libro che è tutto, dolore di una madre, assenza-presenza di una figlia, vita e morte mescolate insieme, con la sapienza della mente, ma come solo il cuore può fare.
[dentro l’abisso luccica la storia]
meraviglia la sera che è scura e la mano che si alza
a tastare il muro
meraviglia che oggi sento ancora le campane
e la voglia di ridere
scoprire che, forse,
non tutto è perduto.
≈≈≈
Antonella Pizzo è nata a Palazzolo Acreide nel 1954 e vive a Ragusa.
Fondatrice di Viadellebelledonne. Sito personale: Letture e scritture (e noticine di una finta critica)
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