LUIGI DE LAURENTIIS – L’Intervista di Emilia Filocamo
Il Ravello Festival è un’eccellenza nell’eccellenza: il mio augurio è che possa continuare il più a lungo possibile. A tu per tu in esclusiva con il giovane produttore Luigi De Laurentiis.
Tante volte mi sono chiesta se talento e passione siano testimoni rilasciati nel sangue, pezzetti più o meno corpulenti di Dna, codici identificativi di appartenenza a quella famiglia, a quella determinata inclinazione. Tante volte la risposta è stata scontata, forse prevedibile, declinata a seconda della radice da cui gemmano per opportuna prosecuzione le desinenze e le discendenze.
Una passione come un’eredità, più o meno, qualcosa che va trasmesso, che si trasmette, che investe, che gira intorno e va respirato come l’aria, assimilato al pari dell’ossigeno, che fa crescere marchiati da un preciso imprinting.
DEBORA CAPRIOGLIO – L’Intervista di Emilia Filocamo
Se il teatro imita la vita, se il teatro è vita, allora, come per la vita, i ricordi, le esperienze, le persone incontrate e quelle che verranno, i tasselli cuciti insieme da una mano suprema e sartoriale, ne costituiscono una componente essenziale. Gli incroci obbligati, quelli magari un po’ pasticciati dal destino e dagli imprevisti, le scelte, i rimpianti, gli amori, le speranze, i sogni e i dolori, tutto, come si trattasse di un abito da comporre, fatto di misure, maniche, orli e decori, tutto rientra in questa sorta di fucina che è la vita, che è il teatro.
Penso a questo qualche istante dopo aver avuto l’occasione di parlare con Debora Caprioglio e sentirle raccontare lo spettacolo Debora’s Love, scritto con Francesco Branchetti, che è anche regista dello spettacolo e che il 21 maggio debutterà al Teatro Tor Bella Monaca di Roma, palcoscenico prestigioso nato dalla collaborazione fra Alessandro Benvenuti e Filippo D’Alessio.
ROSSELLA IZZO – L’Intervista di Emilia Filocamo
Farei il mio augurio al Ravello Festival con un misto fra la voce di Susan Sarandon e Meryl Streep: in esclusiva a Ravello Magazine la grande Rossella Izzo si racconta fra regia, scuola di cinema e doppiaggio, anticipando i suoi nuovi lavori.
Il talento come un codice, non soltanto come condizione, il talento come contributo di geni, di dati, di informazioni tramandate con lo stesso vigore di una eredità, di un carattere, catalogabile quanto il colore degli occhi, la forma più o meno pronunciata del mento o l’altezza. Il talento come trasmissione, un testimone lasciato, anzi direi quasi rilasciato nel sangue dai propri genitori, dagli avi. Poteva essere questa l’introduzione adatta a questa intervista, ma mi suonava un po’ “ fredda”, troppo schematica, priva di anima.
FABRIZIO BUCCI – L’Intervista di Emilia Filocamo
Sono una persona precisa e un po’ all’antica: a Ravello Magazine, in esclusiva, Fabrizio Bucci, il bel tenebroso Filippo nella fiction Le Tre Rose di Eva.
A volte le interviste si aprono con un mood, un’atmosfera precisa, inequivocabile: è un po’ come un sapore, una miscellanea di ingredienti che di primo acchito restano non del tutto definiti ma che poi, nell’insieme, contribuiscono a garantire aroma e consistenza che non sono di altri contesti.
In questo caso, nel caso dell’intervista al bellissimo Fabrizio Bucci, protagonista di Le Tre Rose di Eva nel ruolo di Filippo, l’atmosfera, fin dalle prime battute, forse anche solleticata da alcune sue frasi, è quella di un artista dal fascino particolare, quasi misterioso. Lui si definisce retrò, un po’ all’antica, una dote, non artificiosa ma innata, una allure quasi vintage, che tendono ad armonizzarlo con il personaggio che interpreta.
RAFFAELE MERTES – L’Intervista di Emilia Filocamo
Saper raccontare una storia è una dote innata, un carisma, un talento speciale. Saper raccontare una storia con successo è la conferma non necessariamente scontata di quel dono. Nel corso delle mie interviste mi sono spesso chiesta quale potesse essere la “ voce” del successo, mi sono chiesta quali fossero il timbro, l’altezza e perfino l’impostazione.
Ho immaginato quale pacata ma appagante compostezza derivasse dalla consapevolezza di fare quello che si ama e di farlo non solo con passione autentica, ma con risultati che danno a quella passione una marcia in più, un’investitura condivisa e accertata. Sono appena le dieci di un sabato mattina, forse il primo che sembra suggerire l’arrivo della primavera e mentre il cellulare del noto regista Raffaele Mertes, regista de La Bibbia, di Carabinieri, Questa è la mia terra, Un amore e una vendetta e dell’acclamato Le Tre Rose di Eva, giunto alla terza serie, con Anna Safroncik e Roberto Farnesi protagonisti, continua a mandare i suoi squilli prima di esplodere nella bella voce che mi aspettavo, continuo a pormi queste domande. Poi, finalmente, i dubbi si arrendono.
MICHELE ABATANTUONO – L’Intervista di Emilia Filocamo
Ho un ricordo nitido di Ravello: una sera di festa in una villa con una terrazza che dava sul mare. In esclusiva a Ravello magazine Michele Abatantuono, sceneggiatore della serie di successo Le Tre Rose di Eva, racconta segreti e genesi dei personaggi e, per gioco, abbozza un’ipotesi di serie da ambientare proprio a Ravello.
Una “ scuola” può essere tutta concentrata in una stanza, essere senza lavagna, con una sola sedia ed un solo allievo, perfino con un maestro invisibile, nel senso visivo, ma non contenutistico. Una “ lezione” può essere senza libri e senza colleghi che ascoltano le stesse parole in quello stesso momento. Imparare è sempre un privilegio, ma a volte anche una sorta di inspiegabile, prodigioso regalo che viene offerto all’improvviso per un concatenarsi di coincidenze, di occasioni, di persone che fanno generosamente da tramite e di orari che combaciano. Quando raggiungo al telefono lo sceneggiatore Michele Abatantuono, il cui nome risuona sulla bocca di affezionati telespettatori, cast e registi grazie allo straordinario successo di Le Tre Rose di Eva, di cui è autore, è un mercoledì pomeriggio, e sono le 18,00.
ROBERTO FARNESI – L’Intervista di Emilia Filocamo
Ben venga tutto ciò che, come il Ravello Festival, promuove cultura e bellezza. In esclusiva a Ravello magazine il bellissimo Roberto Farnesi, l’Alessandro Monforte de Le Tre Rose di Eva, si racconta e racconta la sua attività di imprenditore e del ristorante inaugurato tre anni fa a Pisa.
Un’area di servizio è uno spazio ibrido, una Babilonia senza altezza fatta di gente che va e viene, di traiettorie, direzioni, mete, partenze, valigie, panini “ da asporto”, assalti alla fortuna solleticati con bande color argento da grattare, è la platea dei destini che si toccano ed incrociano solo per un istante, per poi dipanarsi verso tutte altre direzioni. Ma è anche una sorta di setaccio, in cui si “ raffinano” attraverso lo sguardo, momenti e percorsi.