Le Lune_dì Stefano Torossi, il Cavalier Serpente: LA FETTINA DI MARMO (Replica dal passato)
Quelli di noi che erano bambini durante la guerra, si ricorderanno di quando il cibo era sempre più scarso e la fettina di salame da mettere nel panino si faceva ogni giorno più sottile fino a diventare una velina, grazie al virtuosismo delle mamme che riuscivano a dare la merenda a quattro fratelli con quello che prima bastava sì e no per uno.
Lo stesso è accaduto nei secoli bui fino al rinascimento e al barocco, solo che non si trattava di salame, ma di marmo.
Il marmo colorato, bello, raro, che durante l’impero affluiva a Roma in quantità strabilianti: pilastri potenti, colonne monolitiche, architravi massicci, e poi, un po’ sepolto, un po’ bruciato per fare calce, un po’ usato come riempitivo per le fondamenta di palazzi e catapecchie o semplicemente vandalizzato, era diventato sempre più difficile da trovare, proprio come il salame degli anni di guerra.
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