Roma – Teatro Valle: Va in scena la nuova fase
Oggi, 11 agosto 2014, il Teatro Valle esce dallo stato di occupazione e inizia una nuova fase costituente: una istituzione riconosciuta, innovativa e europea che raccoglierà l’esperienza di questi tre anni, rinnovando la vocazione alla sperimentazione artistica del Teatro più antico di Roma.
Il Comune ha compiuto un atto politico importante. Raccogliamo l’impegno preso simbolicamente dal Teatro di Roma: configurare insieme il progetto di un teatro partecipato gestito in maniera condivisa da un’istituzione formale pubblica e da un’istituzione informale, creata dal basso, partecipata e ispirata ai principi dei beni comuni. Una sperimentazione senza precedenti in termini di innovazione e ibridazione tra modelli differenti.
Gianni Alemanno contestato al Teatro Argentina: “che il Teatro Valle esca dal suo isolamento”
“Chissà se il tempo che è passato dai Re fino al Pontificato
è proprio come l’hanno raccontato
o Roma è stata sempre un po’ teatro”
[da Addio Addio – Roberto Giglio]
Fa discutere in queste ore l’intervento di Gianni Alemanno contestato durante la conferenza stampa di presentazione della nuova stagione teatrale del Teatro Argentina.
Ospite di Gabriele Lavia, invitato a parlare del completamento delle strategie legate ai Teatri di cintura, non ha esitato a lanciare dal palco dell’Argentina un appello ben preciso rivolto naturalmente al teatro Valle occupato oramai un anno e sei giorni fa (14 giugno 2011).
“E’ ora che gli attuali occupanti del Teatro Valle Occupato possano uscire dal loro splendido isolamento in cui stanno e cerchino di connettersi con la realtà dell’offerta teatrale…c’è la disponibilità di valorizzare l’esperienza ma ci deve essere la disponibilità di dialogare con le Istituzioni …non ci possono essere enclavi chiuse” è quanto ha dichiarato il Sindaco di Roma contestato durante il suo intervento da un giornalista seduto in platea per aver utilizzato la parola “isolamento”.
Tenuto conto che dallo scorso 5 luglio, sono state avanzate, da parte dei lavoratori e delle lavoratrici coinvolte nella occupazione ad oltranza del Teatro, delle proposte concrete pensate per fare del Teatro Valle un luogo dedicato alle drammaturgie italiane e contemporanee. Tra gli obiettivi quello di farlo diventare il Valle un centro di formazione per la sperimentazione di nuove forme di direzione artistica e di laboratori teatrali. Senza mai dismettere l’impegno nel dare spazio alla musica, al cinema e alla danza.
Due sono ancora i punti poco chiari della “vicenda Valle” messi in evidenza da un numero di giornalisti sempre crescente: il primo legato ad un fatto concreto ossia a chi stia pagando i conti di un teatro la cui apertura giornaliera è in grado di generare oneri degni di nota; il secondo strettamente connesso al perchè il Teatro Valle possa fare così gola al Comune di Roma visto che, ogni anno, spende sempre meno per la cultura.
Forse sono in vista nuove autorizzazioni per centri commerciali o sale bingo proprio nel centro di Roma ?
La battaglia resta serrata e si aspettano a breve repliche ufficiali dal parte del Comitato di autogoverno del Teatro valle che giusto il 20 ottobre 2011, attraverso la sperimentazione di una prassi di studio e di autogoverno del Valle, era giunto all’elaborazione dello Statuto della Fondazione Teatro Valle Bene Comune.
di Giovanni Pirri