paolo farina – tondomondo – etnoritmo: dai rami alle radici del mondo
tu ti dici “oggi mi vado a fare una passeggiata”, e mica lo sai dove vai, ché lei, la passeggiata, non è mica una mèta. è solo l’idea di un viaggio, per farti stare bene.
ecco, è così che occorre prendere l’ascolto di questo disco di paolo farina. ed io così ho fatto, ed è per questo motivo che dico.
dal colore caldo della copertina e del cd, già ti senti che dentro ci deve stare qualcosa di buono, e poi ho visto quel rosso messo al centro ed ho pensato al cuore. e solo dopo, dopo l’ascolto, ho proseguito il pensiero dicendomi che forse quel rosso era a significare il centro della terra, così vivo e che ancora batte, malgrado noi.
ho provato a leggere il “bugiardino” (io lo chiamo così il libretto interno dove c’è di tutto e di più e scritto proprio come quello delle medicine e che poi ci rinunci perché non ci vedi), e ci ho rinunciato, e così l’ho chiuso ed ho goduto del retro, di quel senape che contiene anche un carretto, una donna anziana e di un trullo, forse, e di tutta quella gioventù delle foto all’interno. e c’è un motivo.
“certo che so’ forti, questi che fanno le copertine”, mi sono detta, e gli andrebbe data una medaglia, ché sanno darti tanto ancor prima di ascoltare.
l’esordio ti porta a muovere testa e spalle. un inizio di partecipazione corale che, indossati occhiali scuri e fantasia, ti fa sentire al sole anche se nevica. la musica, padrona di ogni brano, è un divenire di crescita e sensazioni, con la scelta del cantato di un dialetto che paolo farina si porta come una freccia nel costato. e ti accorgi subito che non andrai incontro a ballate di paese, ma a un’alleanza di lingua e corpi, come quando il vento intreccia i rami del salice, e la mescolanza di etnie musicali ti regala fratellanza.
ecco, ecco il significato di questo disco, mi sono detta. ed ho portato alla memoria tutte quelle foto ed i colori, e poi ci ho aggiunto il sentimento della semplicità, ché a volte non occorre esser scienziati per capire, che le parole non capite nascono dalla terra che s’è lasciata non perché rinnegata, ma solo per necessità di quella fame che grida nella tasca.
dieci brani. c’è tutto, dalla melodiosa “sono malato” all’ironica “fall i dall”, dall’incazzata “tempo di ciliegie” alla preziosità di “le montagne sono alte”.
e “giovanni” che t’ha fatto, mi son detta. essì, ognuna ha un suo significato che si stringe come nodo attorno al tronco. e c’è posto per tutti.
e, nell’ascolto di “verso sud”, mi vengono in mente gli ulivi di quella terra così cara al farina: piante basse, ma con radici che sanno arrivare dall’altra parte del mondo…
simonetta bumbi
Track List:
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Sto bene con te
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Chess jè stor’j
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Sono malato
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Cudd ca sent
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Fall i dall
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Le montagne sono alte
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Giuann
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Tijmp di c’ros
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Nan c’stè
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Verso sud
Paolo Farina: Voce,testi musiche
Roberto Kriscak: Tastiere e campionatori
Massimiliano Lotti: Chitarra elettrica
Silvio Verdi: Basso
Lele Seghetti: Tastiere
Giancarlo Parisi: Fiati
Antonio Neglia: Chitarra acustica
Gianmarco Picuzzi: Basso elettrico
Mirella Mastronardi: Voce e cori
Maria Antonazzo: Voce e cori
C.D. – U.d.U. Records – WMWDTGA 035
2008
makay “equilibri instabili”: ovvero ferma il tempo, e prendine un po’ per te
non sempre, gli incontri artistici, conducono dove si era deciso di andare. ma in questo caso devo dire che la strada scelta è assai buona, e questo connubio di personalità crea delle atmosfere a volte incandescenti nelle loro parsimoniose elasticità.
– quando m’è arrivato il cd, e me lo rigiravo tra le mani per riuscire a togliere la protezione, mi sono detta “bella ‘sta copertina”, ma non riuscendo ad aprirlo l’ho lasciato in borsa. due o tre giorni lì con tutti i miei impicci vari. poi.
poi una mattina, in macchina e prima di uscire dal cancello, lo prendo e trovo subito il bandolo e lo inserisco nel mio mangia cd (lo chiamo così perché a volte non me lo ridà). e via.
si porta all’ascolto con disinvoltura, e poi s’impossessa di te, questa voce calda di donna.
giovane, forse, ti dici, ché mica è detto che devi conoscere tutti per forza. anzi, a volte meno ne sai e più grande è lo stupore che ti stupisce il desiderio, rendendolo così forte che ti vai ad impicciare della sua storia. per capire, forse. o forse solo per ringraziare, con lo sguardo, quel qualcuno che ha catturato te.
la silvia puddu canta ciò che raccoglie, e lo interpreta come un fiore pronto a sbocciare, ed ha la capacità di proteggere i suoi petali ogni qualvolta, la batteria con la sua esuberanza, o la varietà di stili musicali, cercano di invaderla, quasi volessero metterla alla prova, ma lei riesce ad “entrare” e a mettersi a proprio agio. e questa mia sensazione ha avuto la conferma leggendo un suo pensiero in una intervista.
chi ha seminato è alberto marino che, con la sua capacità, è riuscito, visto che è lui l’autore dei testi della musica e dell’artwork, a rendere appieno, nei disegni della copertina, il gioco delle parole, facendo ben capire che poi un gioco proprio non è. anzi, dà il senso di “rischio”, magari rubando promesse alle probabilità.
ma una scommessa non è mai un furto, ché l’artefice della semplicità può essere chiamato minimalismo, ma sempre in prima persona ci si scommette la propria pelle.
e qui, ognuno se l’è “giocata” affidandosi all’altro, riuscendo a generare un solo corpo. e lo hanno scommesso bene.
– solo cinque brani, ma io glieli ho fatti ripetere finché non sono tornata a casa, cercando di allungare il tragitto, per me.
simonetta bumbi
- In Viaggio
- Pensieri Rumorosi
- Alla Ricerca Di Me
- Mai Mai
- Tutto Scorre
Silvia Puddu – voce
Alberto Marino – chitarra, programming
Francesco Di Gilio – piano
Simone Massimi – basso
Roberto Pirami – batteria
C.D. – U.d.U. Records – WMWDTGA 042
2011