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Roma, ieri: “Precipita la situazione al San Filippo Neri” – Roma, oggi: “Piccole aperture di Bondi e Asp, ma ancora lontane dalla nostra richiesta”

Roma, 13 dicembre: Bondi e l’Asp hanno deciso. E’ di oggi la notizia che nel SFN saranno tagliati 117 posti letto e chiusi 6 reparti: Urologia, Geriatria, Otorino, Cardiochirurgia, Neurochirurgia e Chirurgia Toracica. Di fatto si declassa questa Azienda Ospedaliera che da Dea di II Livello passerà a Dea di I Livello.

Lo dichiara in una nota il Segretario Provinciale della Uil Fpl di Roma Paolo Dominici.

60 milioni di euro circa investiti negli ultimi 3 anni per il rilancio del SFN vanificati a seguito di una scelta inaccettabile. I Dati dell’Asp – prosegue Dominici – sul disavanzo di bilancio, sulla produttività, la ricettività e l’offerta non sono circostanziate, differentemente ai dati presentati dalla Direzione dell’azienda. Questa discrasia non consente un confronto tecnico oggettivo; pertanto riteniamo la decisione di Bondi e dell’Asp pretestuosa ed un chiaro attacco politico al sistema sanitario regionale.

Occorre ricordare – continua il Segretario Provinciale – che il SFN è l’unica Azienda Ospedaliera pubblica presente sul quadrante di Roma Nord rappresentando un punto di riferimento dell’intera area cittadina, regionale e nazionale. Si alza il livello dello scontro quindi; già da oggi occuperemo la Direzione Generale dell’Azienda ed attueremo azioni rivendicative eclatanti cercando di coinvolgere tutte le forze sindacali, sociali e del territorio.

La posizione della Uil Fpl e dei lavoratori – conclude Dominici – resta quella di sempre: neanche un posto letto deve essere perduto.

 

Roma, 14 dicembre: Il Direttore Generale ci ha riferito che nel nuovo incontro di oggi con Asp e Bondi vi è stata una piccola retromarcia; si riducono a 100 i posti letto, rispetto ai 117 iniziali e si rinuncia a chiudere 3 reparti, rispetto ai 6 previsti, nello specifico Chirurgia Vascolare, Otorino e Urologia.

Lo comunica il Segretario Provinciale della Uil Fpl di Roma Paolo Dominici che dopo l’incontro col DG del San Filippo Neri, avvenuto intorno alle ore 21,insieme ai lavoratori hanno interrotto l’occupazione della Direzione Generale dell’Azienda.

 

Ovviamente – conclude Dominici – non ci soddisfa assolutamente la nuova proposta di Asp e Bondi. Ripetiamo per l’ennesima volta che non deve essere tagliato neanche un posto letto e soprattutto vogliamo il mantenimento di tutte le specialistiche.

 

Pietro Bardoscia – Ufficio Stampa Uil Fpl di Roma

dicembre 14, 2012 Posted by | fuori o dentro le righe? | , | Lascia un commento

Boscimani picchiati, soffocati e seppelliti nella sabbia per aver ucciso un’antilope

La polizia paramilitare ha picchiato pesantemente due Boscimani e dopo averli accusati di aver praticato la caccia nella Central Kalahari Game Reserve (CKGR) del Botswana senza autorizzazione, ha seppellito uno di loro in una fossa poco profonda, fortunatamente senza ucciderlo.

Nkemetse Motsoko e Kebonyeng Kepese sono stati arrestati vicino alla comunità di Gope, nella CKGR, per aver cacciato un’antilope alcina.

I due uomini sono stati entrambi protagonisti dello storico caso giudiziario che sei anni fa ha riconosciuto ai Boscimani il diritto di vivere e cacciare nella terra ancestrale.

Tuttavia, da quando i Boscimani hanno vinto il processo, il governo del Botswana ha continuato a rendere impossibile la vita della tribù rifiutandosi, illegalmente, di rilasciare loro anche una sola licenza di caccia.

Pare che dopo esser stato stretto alla gola e soffocato, uno degli uomini, Nkemetse Motsoko, abbia perso conoscenza e sia stato quindi seppellito nella sabbia.

L’interrogatorio del secondo uomo, Kebonyeng Kepese, si è fatto meno violento quando lui ha ammesso di aver ucciso l’animale, ma entrambi sono stati picchiati gravemente e trattenuti per tre giorni.

Un giudice di Molepolole ha inflitto loro una multa di 190 dollari ciascuno; per i Boscimani, si tratta di una somma enorme.

Gli uomini sono stati rilasciati su cauzione fino a febbraio, ma se non riusciranno a pagare la multa, li aspetta una condanna a otto mesi di carcere.

Purtroppo, il loro arresto violento non è un caso isolato. Le denunce di intimidazioni, perquisizioni e violenze stanno aumentando nella Central Kalahari Game Reserve, in modo particolare attorno a Gope, dove sorgono due campi paramilitari della polizia.

In luglio sono stati arrestati quattro Boscimani, sempre per aver cacciato, e uno dei leader della comunità di Gope, dove si trova la miniera della Gem Diamonds, è stato arrestato a settembre.

Senza la possibilità di cacciare, i Boscimani non hanno mezzi per nutrire le loro famiglie.

Per mangiare dipendiamo dalle risorse naturali della CKGR” ha raccontato un Boscimane a Survival International. “Come possiamo sperare di sopravvivere se non possiamo cacciare?

Il governo del Botswana ha sempre trattato i Boscimani con disprezzo razzista’ ha commentato oggi Stephen Corry, Direttore Generale di Survival International. ‘Ma dopo le sentenze del tribunale, sembrava che le persecuzioni fossero gradualmente diminuite. Oggi, ancora una volta, violenze e oppressione stanno diventando la norma per i residenti della CKGR. L’atteggiamento persecutorio del governo nei confronti dei Boscimani ha danneggiato gravemente la reputazione del Botswana – vogliono veramente che la nostra campagna internazionale riparta?

 

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dicembre 13, 2012 Posted by | fuori o dentro le righe? | , , | Lascia un commento

Giornata mondiale diritti umani: azioni di solidarietà per gli Awá, la tribù più minacciata del mondo

In concomitanza con la Giornata mondiale ONU per i diritti umani, i sostenitori di Survival International hanno manifestato in vari paesi per sollecitare il Brasile a salvare gli Awá, la tribù più minacciata del mondo.

Una donna in costume carnevalesco ha guidato la manifestazione davanti all’ambasciata brasiliana di Londra esibendo un chiaro messaggio diretto al governo. Accanto a lei, un gruppo di sostenitori di Survival con magliette, cartelli e adesivi recanti lo stesso slogan: “Brasile: salva gli Awá”.

Le manifestazioni inaugurano una campagna virale mondiale di Survival che sollecita la gente a “liberare la fantasia” per far crescere ovunque un forte movimento d’opinione a sostegno della tribù.

Survival International, che ha coordinato presidi simultanei in 6 capitali europee e in California, ha poi consegnato una lettera ad ambasciatori e consoli del Brasile in ognuna delle città coinvolte: Londra, Parigi, Madrid, Milano, L’Aia, Berlino e San Francisco.

Il testo chiede al Brasile di mantenere le promesse fatte, ovvero l’impegno ad adottare “misure urgenti” per espellere gli invasori illegali dai territori awá già demarcati.

Se l’invasione e la distruzione non saranno fermate adesso, subito” si legge nella lettera, “noi [Survival] crediamo che gli Awá avranno ben poche speranze di sopravvivere.”

In Spagna, i sostenitori di Survival hanno anche consegnato all’ambasciata una grande scatola per ricordare alle autorità i quasi 50.000 messaggi già inviati al Ministro della Giustizia da quando la star cinematografica Colin Firth, testimonial dell’associazione, ha lanciato la campagna per la tribù, nel mese di aprile.

Gli attivisti olandesi hanno realizzato stencil giganti nella famosa piazza Dam di Amsterdam mentre a Milano i sostenitori di Survival si sono radunati in piazza Duomo, indossando pettorine e cartelli di solidarietà.

La preoccupazione internazionale per la drammatica situazione in cui versa la tribù più minacciata del mondo si è mantenuta forte e chiara per quasi tutto l’anno” ha commentato il direttore generale di Survival Stephen Corry. “Ciò nonostante, la deforestazione illegale continua ad avanzare rapidamente. Gli Awá e i loro sostenitori chiedono al Brasile di usare la Giornata mondiale ONU per i diritti umani come trampolino di lancio per un intervento.”

 

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dicembre 10, 2012 Posted by | fuori o dentro le righe? | , , | Lascia un commento

Le false firme degli Ayoreo: coinvolto il gigante spagnolo delle costruzioni

In Paraguay, il capo di una società controllata da una delle più grandi aziende spagnole è stato coinvolto in uno scandalo per la falsificazione di firme.

Diego Eduardo León è il vice-presidente e l’attuale presidente in carica del Consiglio d’amministrazione della società d’allevamento Carlos Casado, il cui proprietario di maggioranza è il colosso spagnolo delle costruzioni, il Grupo San José.

La Carlos Casado “possiede” una vasta area di terra all’interno del territorio degli Indiani Ayoreo-Totobiegosode del Paraguay. La compagnia è già sotto indagine da parte delle autorità locali per aver spianato la terra senza le necessarie autorizzazioni.

In giugno Survival International aveva reso noto che i leader Indiani avevano denunciato al governo la falsificazione delle loro firme su un presunto “accordo” stretto tra loro e gli allevatori. Il documento di “accordo” permetteva agli allevatori di spianare una strada d’accesso attraverso la foresta indiana, che si trova tra loro e la strada più vicina. In realtà gli Indiani si erano rifiutati di acconsentire.

Oggi Survival ha visto i documenti governativi che nominano Diego Eduardo León come beneficiario della strada. Al al di là del suo coinvolgimento con la Carlos Casado, sembra che Eduardo León sia anche legato ad altre due società d’allevamento che “possiedono” della terra all’interno del territorio ayoreo – la Sinha Pora SA e la Panambi Pora SA. La strada avrebbe reso possibile accedere anche alle loro proprietà.

La Carlos Casado e il Grupo San José hanno scritto a Survival delle lettere identiche negando ogni attività illegale sulla terra ayoreo e affermando che i loro commerci “hanno creato importanti fonti di lavoro per la popolazione [locale]”. Hanno anche chiesto a Survival di togliere dal suo sito internet ogni riferimento alla Carlos Casado, al Grupo San José e al magnate spagnolo Jacinto Rey González (presidente di entrambe le compagnie), pena un’azione giudiziaria.

È una vergogna che la Carlos Casado e il Grupo San José passino il loro tempo minacciando Survival” ha commentato oggi Stephen Corry, direttore generale di Survival International. “Dovrebbero invece preoccuparsi del fatto che la loro terra sarebbe dovuta tornare nelle mani degli Ayoreo già anni fa”.

 

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ottobre 12, 2012 Posted by | I primi passi | , , | Lascia un commento

Gli Yanomami del Venezuela chiedono azioni urgenti contro i cercatori d’oro‏

Gli Indiani Yanomami si sono appellati al governo del Venezuela chiedendogli di affrontare il problema della “presenza e dell’impatto” dei minatori d’oro illegali invece che negarne l’esistenza.

In un comunicato diffuso dall’organizzazione yanomami Horonami, gli Indiani chiedono al governo di riconoscere la “distruzione” e la “contaminazione” delle loro terre e delle loro vite da parte dei cercatori d’oro.

Il comunicato è stato diffuso a seguito delle smentite diffuse dalle autorità venezuelane in mentito alla presenza dei cercatori d’oro nella zona, effettuate dopo una recente visita nella regione dell’Alto Ocamo. L’indagine delle autorità doveva verificare le denunce di un presunto ‘massacro’.

“Qui regnano pace e armonia” hanno dichiarato i generali dell’esercito commentando la missione. “Tutti gli Yanomami sono in perfetto stato. Non abbiamo rilevato alcun cercatore d’oro illegale.”

Tuttavia, i rappresentanti dell’associazione Horonami, anch’essi presenti, affermano diversamente: “Abbiamo visto gli accampamenti dei minatori illegali, abbiamo visto un piccolo aeroplano passare sopra le nostre teste, abbiamo visto una pista di atterraggio clandestina, abbiamo visto alcuni minatori darsi alla fuga mentre la commissione avanzava nella foresta. E tutto questo lo hanno visto anche i membri delle forze armate e del pubblico ministero che facevano parte della commissione”.

Il comunicato di Horonami entra anche nel merito del presunto massacro avvenuto presso la comunità di Irotatheri nel mese di agosto, di cui la commissione non ha trovato traccia.

E’ facile pensare che gli Yanomami stiano mentendo…” scrive l’associazione. “La notizia che ci è pervenuta su violenti incidenti non è una menzogna; è un chiaro indizio che nell’Alto Ocamo ci sono molti conflitti. Menzogna è dire che nella regione va tutto bene.”

La pensa allo stesso modo Bruce Albert, un sociologo francese che lavora con loro sin dagli anni ’70: “Giudicare il presunto massacro solo come una diceria” afferma lo studioso, “significa negare l’evidente serietà della situazione. Storie yanomami come questa non sono semplici invenzioni, ma piuttosto un riflesso della profonda ansietà e delle tensioni che circondano gli eventi reali. Il solo modo di scoprire la verità è condurre un’indagine adeguata e competente, non semplici, brevi visite in pochi insediamenti. Ci vorrà del tempo”.

All’inizio di questo mese, quando ha reso noto che l’insediamento di Irotatheri non era stato distrutto, come precedentemente temuto, Survival International è stata accusata di aver fatto “marcia indietro” sulla vicenda.

Stephen Corry, direttore di Survival International ha risposto a queste accuse in modo dettagliato in un documento di Domande & Risposte che mette in discussione la gestione della vicenda da parte del Venezuela: “Le autorità hanno fatto il possibile per fingere che andasse tutto bene. Ma non è così: la situazione è una polveriera e gli Indiani ne sono le vittime.”

Semplicemente, gli Yanomami non vengono ascoltati” ha commentato oggi Corry. “Il governo venezuelano deve smettere di pretendere che vada tutto bene – deve cacciare i minatori e proteggere i suoi cittadini.”

 

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http://www.survival.it/

 

ottobre 4, 2012 Posted by | fuori o dentro le righe? | , , | Lascia un commento

MERENDA SINOIRA NEL GIARDINO DELLA CASA CIRCONDARIALE DI ALBA (Dietro le sbarre con Maurilio Garola. Ancora una volta le stelle entrano in carcere.)

Martedì 11 Settembre, nella Casa Circondariale G. Montalto di Alba (CN), si terrà una cena picnic a cura dello chef stellato Maurilio Garola e dell’associazione Sapori Reclusi.

Per Maurilio Garola, chef stellato Michelin e patron del ristorante La Ciau del Tornavento a Treiso, questa è l’occasione per amalgamare ancora una volta cucina ad altissimo livello e impegno sociale.

Sapori Reclusi è un’associazione che, partendo dal comune bisogno dell’uomo di nutrirsi, ha il desiderio di far avvicinare uomini e donne che vivono nascosti agli occhi dei più al resto della società.

Lo scopo di Sapori Reclusi è andare oltre le barriere fisiche o mentali del carcere, ovvero nell’intimità delle persone stesse, per ascoltare e comprendere al di là di stereotipi e preconcetti.

IL PROGRAMMA

Dopo un aperitivo musicale di benvenuto avrà inizio il picnic, a base di verdura e frutta che deriva dalle coltivazioni delle carceri e prodotti del commercio equo e solidale e dalle terre confiscate alla mafia forniti dalla Coop. Quetzal di Alba.
Il luogo prescelto è il giardino del cortile della Casa circondariale G. Montalto di Alba. In caso di brutto tempo la serata si svolgerà nelle sale interne che saranno per l’occasione allestite.

Saranno distribuiti ai partecipanti dei cestini (uno per 2 persone) contenenti 2 tovagliette, pane, 2 bottigliette d’acqua, posate e le prelibatezze scelte per la serata.

Gli ospiti si accomoderanno su un plaid (l’organizzazione ne metterà a disposizione qualcuno ma si consiglia di portarne uno da casa), per gustare nell’angolo del giardino prescelto i piatti realizzati dai detenuti, sotto la guida dello chef Garola e di due suoi collaboratori.

GLI INGREDIENTI CHE FANNO LA DIFFERENZA

Una serata dall’alto valore sociale diventa un momento di scambio e relazione.

Il carcere apre le sue porte e si trasforma in un ristorante, ma anche prato ideale, spazio incontaminato, luogo scelto e preferito per trascorrere una serata in compagnia.

Ecco il senso profondo di questo picnic: da semplice momento aggregativo, la cena si trasforma in occasione unica per fondere impegno sociale, conoscenza e divertimento. E in un’esperienza gratificante e formativa per i detenuti.

UN DOPPIO INVITO

La Casa Circondariale G. Montalto da anni è impegnata nella realizzazione di progetti finalizzati al reinserimento sociale dei detenuti. Dopo il bel risultato del vino VALELAPENA, si intende sviluppare l’Apicoltura.
Già da alcuni anni si realizza un corso di formazione per apicoltori ma solo oggi si è arrivati ad avere un apiario dotato di 5 arnie collocate nel giardino del cortile interno. Ma occorrono le attrezzature per produrre il miele. La congiuntura economica che il Paese attraversa ha investito anche il carcere che si è visto ridurre drasticamente i fondi da destinare a questo tipo di investimenti.

L’intero ricavato della cena verrà quindi devoluto al laboratorio di Apicultura della Casa Circondariale di Alba G. Montalto per l’acquisto di uno smielatore, strumento indispensabile per estrarre il miele dai favi e poter aumentare la produzione del lavoro dei detenuti.

Sebbene il panorama generale sia caratterizzato da difficoltà economiche e mancanza di fondi, il Comune di Alba, che da sempre guarda al carcere e alle sue attività, è convinto dell’importanza dell’attività sociale svolta con i detenuti e si impegna perché possa continuare, tramite un costante dialogo con la direzione. Anche quest’anno inoltre, durante la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco di Alba, domenica 7 Ottobre in Piazza Pertinace sarà presente “Vale La Pena”, il mercatino dei prodotti dal carcere e dai terreni confiscati alle mafie.

UN MENU DA RICORDARE

Tonno di coniglio
Insalata russa
Giardiniera
Frittata
Acciughe sott’olio
Cacciatorino

Contemporaneamente, su alcuni tavoli verranno sistemati vini (“Valelapena” e vini del territorio), serviti a bicchiere di vetro, e agnolotti del plin al fumo.
Inoltre ci sarà un buffet di formaggi con miele (del carcere) e nocciole, sorbetto o gelato in cono, caffè.

L’appuntamento è per Martedì 11 Settembre alle ore 18.30 presso la Casa Circondariale di Alba G. Montalto, Via Vivaro 14 – Località Toppino.

Il costo della serata è di € 30 a persona.

Per partecipare alla serata è gradita la prenotazione. 
Info e prenotazioni telefonando all’ufficio educatori del carcere al numero 0173-362228 o inviando una mail all’indirizzo: educatori.cc.alba@giustizia.it, oppure rivolgendosi presso il negozio Cooperativa Quetzal in Corso Italia, 9D Alba
Tel 0173 290977
www.saporireclusi.orgwww.laciaudeltornavento.it

Ufficio Stampa
Davide Dutto
Sapori Reclusi
(Cuneo) Italia
persona.the.exhibition@gmail.com
 

agosto 17, 2012 Posted by | fuori o dentro le righe? | , , , , , | Lascia un commento